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SUL PEZZO

LE PASSIONI SONO I PRIMI AMORI

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LE PASSIONI SONO I PRIMI AMORI. Le passioni sono i primi amori, non è vero il reciproco. Sono quelle che ci allontanano dalle persone e ci avvicinano a noi stessi perché vanno a toccare la più intima parte del nostro essere, quella che ci consente di staccare da tutto e di attivare le nostre risorse. Si manifestano quando il nostro Io viene a galla amandosi, vedendosi, riconoscendosi, finalmente sapendo di se stesso. Vanno al di là delle convenzioni sociali perché una passione o si ha o non si ha, o si è o non si è, non si può prendere ed attaccare al corpo – se si ama la matematica si ama e basta, non la si ama perché qualcuno lo impone; certo, ci si può iscrivere alla Facoltà e proseguire anche brillantemente gli studi, ma o è passione o non lo è, questo parte da molto più dentro.

È per questo che quando la passione non si scopre ci si sente vuoti. Possono trascorrere anni, una vita intera, senza sapere “cosa si è” nel più profondo di sé, e qui faccio esclusivo riferimento a quel quadro di talenti ed amore verso cose ed azioni che non sempre è destinato ad emergere, piuttosto può essere totalmente sommerso dalle convenzioni famigliari e sociali. Si può amare la musica senza sapere di poter essere brillanti pianisti, e trascorrere l’intera vita senza pianoforte, senza saper suonare, senza aver ricevuto gli stimoli adatti, l’intera infanzia a fare corsi di tennis e ginnastica artistica senza mai incontrare un pianoforte e qualcuno che possa dire: sei davvero portato, perché non vai avanti? Ciò spesso è dovuto alla scarsa consapevolezza del genitore e all’eccesso di stimoli e motivazioni che rendono la vita impossibile.

L’amore verso una cosa è uno degli amori più leali che possano prendere piede nell’animo di una persona, destinato a salvarlo da ogni situazione, a volte può essere così devastante da fare anche male, per l’eccesso di zelo che vi si possa mettere, per l’ossessione che ne possa nascere. Sono tutti mali buoni che consentono all’Io di crescere nella sua più amplia accezione, quella di un se stesso grande, consapevole, eterno, tanto da divenire a volte obiettivo di vita, senso della stessa, motivo per alzarsi ogni mattina. Quando però la cosa che è dentro di noi non si palesa, quando la passione non fuoriesce, si potrebbe trascorre una vita sentendosi vuoti, carenti, a volte falliti per non essere riuscita nei campi dove si è tentato. Vi sono persone che, invece, non hanno passioni e stanno bene così, senza esplodere in un grande se stessi bensì tirando avanti come la vita richiede, giorno per giorno, con le passioni generiche che essa mette a disposizione, confondendo chi non ne ha: ad esempio, quella di fare un figlio, o di seguire il calcio, o di pranzare fuori il sabato. Passioni semplici che, se per alcuni sono reali, per altri sono la facile conquista di senso non interiorizzato.

Le passioni sono i primi e gli ultimi amori, quelli per i quali si vive e si muore, quelli che resteranno con l’individuo sino a che egli potrà sentire e capire; costituiscono uno dei suoi amori più patologici perché per esse egli sarà disposto a rinunciare a tutto o a qualcosa, a cambiare le sue risposte di vita, a declassare altro; e perché, se non coltivate, lo faranno sentire un inetto, gli daranno un senso di non completezza, saranno la cosa eternamente assente. Sono quelle che consentono di sempre dire: ciao, sono io.

Romina Ciuffa, 24 maggio 2025

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