LA SERA VENTI GOCCE DI SESSO PRIMA DI ANDARE A DORMIRE. Trascorsi molti anni di coppia o di matrimonio, si sente spesso ripetere: “Ormai la vedo come una sorella”, frase più tipicamente maschile che non femminile, sebbene anche la donna non abbia più pulsioni sessuali verso il proprio o la propria partner. Perché, dopo un certo periodo, è quasi “classico” che accada questo, che l’amore venga de-categorizzato a un livello che in questo caso è da considerarsi assai inferiore? In che senso “è come una sorella”, se il rapporto è iniziato già con un incesto? Esistono coppie che, decidendo di rimanere insieme costi quel che costi e perché no, quando l’amore permanga anche attivamente, si continuano a dedicare ad attività sessuali all’interno – non all’esterno – del proprio nucleo di elezione?
Il punto è che la coppia andrebbe educata, quasi costretta, a non dormire, a espletare attività sessuale anche solo mera, senza troppo coinvolgimento, almeno una volta a settimana, quasi come alcuni vanno a Messa la domenica o il giovedì cucinano gnocchi. Dev’essere questa un’attività che non manca mai, tale da non rendere il rapporto di coppia un rapporto fraterno: infatti, dopo che si è verificata quella de-classificazione, sarà molto difficile tornare indietro e riportare la coppia sessuale in auge. Ciò porterà ulteriori complicazioni, la prima delle quali il rischio di uno o molti tradimenti, solitamente da parte di uno solo dei due partner (tali equilibri sono quasi sempre tarati da un lato solo) che a loro volta condurranno a nuovi problemi, tanto da rendere il “rapporto fraterno” solo un lontano ricordo di ciò che era il problema della coppia: infatti, ora e in tale modo, la coppia si sfalda e, sfaldata, non è ricomponibile. Sarà molto difficile, a questo punto, evitare la rottura e, se essa non sopravviene, il dolore attivo o quello passivo dell’indifferenza.
La coppia non è un transformer, è molto difficile che si possa rompere in mille pezzi e ritrasformare in qualcosa di altrettanto valido. E l’amore fraterno è difficile da spezzare in mille pezzettini per ricomporlo in amore sessuale. Quando poi il sesso è trovato altrove, tanto vale lasciarsi. E perché non ci si lascia? Per amore forse?
Non per amore. L’amore è finito non appena è mancato il rispetto. Si resta insieme per abitudine, paura a rimanere soli, indisponibilità ad aprire la mente, indifferenza, noia, menefreghismo. Tutto, fuorché amore. Certo che l’amore è anche l’affetto che si prova dopo tanti anni in una coppia, ma non cadiamo nella trappola di definire quell’affetto ancora “amore”: quello è un amore diverso. Giustappunto, amore fraterno.
Per questo, per non precipitare negli abissi del nulla, del “ti ricordi quando ci siamo conosciuti?”, dell'”io vado a dormire”, dello zapping tra i canali tv e le storie parallele, è assolutamente necessario imporsi di fare del sesso. Non sarà forse speciale come un tempo, sarà una minestra riscaldata, ma consentirà alla coppia di percepirsi ancora come coppia attraverso la violazione dell’intimità dell’altro che sta divenendo sempre più castrante, e soprattutto un’intimità totalmente sua e non più condivisa. Ricorrere a una sessuologa è un’idea brillante. Si faccia l’amore a casa, il tradimento è per dilettanti. La sera, minimo 20 gocce di sesso prima di andare a dormire, almeno una volta a settimana o al dì; aggiungere fino a 300 al bisogno.
Romina Ciuffa, 4 maggio 2025
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