TI AMO – NON HO CAPITO, CHE HAI DETTO?
Ho scritto, nel mio libro AMORE MIO TU SOFFRI, nel capitolo riguardante l’amore incompreso, una parte riguardante la comunicazione tra amanti.
“La comunicazione è alla base dell’amore anche fosse non comunicazione, lo precisa anche il primo assioma di Palo Alto: «Non si può non comunicare». Ognuno, pur fosse da solo, comunica. Esprime in continuazione qualcosa. Il messaggio spesso deve essere spiegato. «Ogni comunicazione veicola un contenuto e una relazione», secondo assioma: quando si comunica, si esprime anche la relazione che si ha tra i comunicanti, che è importante per intendere il messaggio. Ciò che in una relazione sentimentale è, a volte, quasi più importante dell’amore, è proprio la punteggiatura della comunicazione che fa sì che non vi siano equivoci, ed è necessario parlare delle modalità di comunicare nei casi in cui i partner si ritrovino a non comprendersi: molte relazioni si sfaldano proprio a causa dell’assenza di questa metacomunicazione.”
Spesso infatti, due amanti che si amano finiscono per odiarsi solo per ragioni comunicative. Accade solitamente a chi è diverso, disomogeneo, che sfida la regola dell’amore del chi se somìa se pia e si immette in una relazione nella quale dalla mattina alla sera bisogna fare lo sforzo di comprendere. Ho distinto tre errori nella comunicazione che possono indurre litigate e, infine, anche la fine della relazione.
Ho immaginato tre tipi di errori. Questi:
“Comunicare è una capacità naturale dell’essere umano, eppure la più complessa. Include tre potenziali errori: un comunicatore, un ascoltatore ed un oggetto comunicato. Il primo, comunicando, potrebbe punteggiare in maniera erronea o non far trasparire il tipo di personalità delle sue che sta parlando: se un pessimista dice «finirà», è una cosa, se l’ottimista dice «finirà», è un’altra, essi intendono esattamente la cosa opposta e, se il parlante non è contestualizzato e non esprime apertamente il proprio atteggiamento, l’altro potrebbe fraintendere e capire cose diverse, dando luogo ad una comunicazione erronea e produttiva di effetti non voluti.
Il secondo errore, quello del contenuto: spesso il messaggio si deposita sull’oggetto comunicato e non riesce a trasferirsi sull’ascoltatore – ad esso giungono le parole ma non tutte, ad esempio, o una lettera mai arrivata – e questo è un classico error in transmittendo.
Infine, l’errore dell’ascoltatore: filtrare con la propria interpretazione il messaggio (error in accipiendo), dopo che esso è già stato passato al vaglio dell’interpretazione del trasmittente (error in comunicando) e toccata anche l’oggettività dell’invio.“
In un rapporto d’amore questi tipi di errori si moltiplicano a dismisura, coinvolgendo in toto il lato emotivo: è utile, pertanto – sempre, soprattutto dove la comunicazione sia particolarmente ardua per le due persone e personalità che si sono scelte, quando molto diverse – la regolamentazione dei filtri della comunicazione a quella coppia che, caratterizzata da difficoltà a comprendersi, ha paura di parlare, ha paura dell’altro, ha paura di tutto da un cuore dubitoso, non riesce a dire «domani», teme anche la parola «oggi» e usa spesso la parola «passato» per indicare un presentimento per il futuro, come se esso possa lasciare presagire ciò che verrà senza fare leva sul fatto che è possibile ritrovarsi attraverso la comunicazione totalitaria, che sia di linguaggio, d’espressione, paraverbale, verbale ma anche di tatto e contatto, avvicinamento, odore, sapore, ossia d’amore che osa.
L’error in comunicando non sempre è risolvibile, ma lo è molto di più dell’error in amando e, perciò, è necessario comprendere di quale dei due si tratti, quale osteggi la relazione, per poter passare all’azione e dire: sì, ti amo, purché l’altro non risponda: “Non ho capito, che hai detto?”.
Romina Ciuffa, 18 maggio 2025
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